In Inghilterra presto gli spot televisivi di merendine, patatine, snack e fast food potrebbero essere trasmessi solo dopo le 21. E' la nuova proposta del governo Blair per combattere la dilagante obesità tra i giovanissimi. Dopo le proteste delle associazioni dei genitori, il Ministero della Salute britannico ha invitato le maggiori emittenti televisive ad adottare un codice di autoregolamentazione per tutelare i più piccoli.
L'allarme non sembra ingiustificato se si considera che il 9 per cento dei bambini inglesi di sei anni è obeso. Dieci anni fa, la percentuale superava di poco il 4,5. I dati sono ancora più preoccupanti se si considerano i quindicenni. Il 16 % per cento dei giovanissimi ha problemi di sovrappeso e la percentuale è triplicata negli ultimi 10 anni. La merenda tradizionale ha un 30% di grassi contro il 53% del junk food.
Nel mirino delle associazioni dei genitori sono finite anche le star del calcio e della musica che prestano il proprio volto per gli spot. "Sponsorizzano prodotti che portano all'obesità, ma poi sono i primi a non consumare quei cibi per seguire una dieta bilanciata" denunciano le associzioni dei genitori.
Il Ministero ha aperto il fuoco e le compagnie interessate hanno subito replicato attraverso la Food and Drink Federation. "La legge prevede i nostri spot e nessuno ci può impedire di utilizzare personaggi famosi per la pubblicità dei prodotti - ha dichiarato un portavoce della federazione -. Per risolvere il problema si potrebbe inserire un avvertimento sulle conseguenze del consumo smodato di determinati cibi".
"Tzè,Tzè"