Non solo tecnologia al Futurshow: nel corso di un convegno della kermesse milanese, si è parlato di nuovi studi per allungare incredibilmente la durata della vita
L'uomo che vivrà 150 anni è già nato. Lo ha dichiarato Aubrey De Grey, gerontologo dell'Università di Cambridge, intervenendo nel corso di un convegno che si è tenuto durante il Futurshow, la kermesse milanese che ha aperto i battenti al pubblico oggi. A suo avviso, addirittura, tra qualche decennio tutti avranno la possibilità di vivere fino a 300 o addirittura 400 anni.
Umanoidi come quelli visti nel celebre film con Robin Williams, L'uomo bicentenario, quindi, potrebbero non essere il frutto della pura fantasia cinematografica.
Durante l'incontro dal titolo Verso l'uomo millenario, il ricercatore britannico ha illustrato come sia possibile ritardare il processo di invecchiamento e le eventuali conseguenze. Occorre intervenire direttamente su alcune delle cause della senescenza (il professore ne ha individuate sette, tra cui l'accumulo di tossine nel cervello): "Utilizzando le sostanze presenti in certi batteri potremmo potenziare gli enzimi del nostro organismo nel contrastare l'invecchiamento".
Ma l'invecchiamento è un processo naturale o è una malattia? Calogero Caruso, professore di Biopatologia all'Università di Palermo, spiega che in Italia per il momento l'approccio è diverso. "Ci concentriamo sulle cause della longevità, studiando gli ultracentenari della Sardegna, e sulla cura di malattie come il morbo di Alzheimer e l'arteriosclerosi".
Seppur suggestivo, il mito della 'giovinezza eterna' solleva questioni di natura economica. "La società potrebbe non essere in grado di sostenere una popolazione troppo numerosa dando lavoro a tutti", avverte il professor Caruso. Ma è lecito, da un punto di vista etico, che l'uomo manipoli la natura? Per De Grey sì. "E' innaturale per l'uomo accettare il suo stato naturale, che è insoddisfacente".
"Tzè,Tzè"